Poderoso corpo monoblocco, rinforzato da un'alta torre sullo spigolo orientale, è di muratura massiccia e presenta, ai piani superiori, finestre rettangolari ricavate dalle preesistenti monofore. In origine, probabilmente, era costituito da una semplice palizzata rafforzata da un fosso ed eretta a difesa di edifici modesti. La palizzata è stata poi sostituita da una cinta murata.
Ad epoca assai tarda si fa risalire la costruzione della torre. Il portone, a presidio terra verso sud, doveva essere l'accesso ad un ponte levatoio, mentre la corte, inizialmente, sarebbe stata molto più bassa, degradante fino al letto del Po. Questa sorge nella parte settentrionale dell'abitato, sul fianco destro del fiume, all'altezza della opposta foce dell'Olona.
La presenza del castello in Arena viene rilevata per la prima volta negli archivi comunali di Piacenza in cui si annota che, nel 1145, all'inizio della lotta tra i Comuni e l'imperatore Barbarossa, gli Arenesi cedettero il controllo del loro castello al comune di Piacenza. Tuttavia, la fattura della fortezza è fatta risalire al X secolo sotto la proprietà del Monastero di S.Pietro in Ciel d'Oro o di San Maiolo, periodo in cui venne edificata per difesa contro gli Ungheri. L’edificio fu al centro di numerose battaglie e di attacchi, anche navali, provenienti dal fiume. Conteso obiettivo militare fu teatro di sanguinosi scontri tra guelfi piacentini e ghibellini pavesi, continuamente in lotta.
Nel 1175 venne distrutto dagli eserciti della Lega Lombarda che avevano invaso l'Oltrepò Pavese per combattere l'imperatore Barbarossa. Riedificato, subì nel 1216 un estenuante assedio da parte dei piacentini della Lega, ma rimase in mani pavesi le cui navi di rinforzo poterono avvicinarsi al castello percorrendo i suoi fossati di collegamento al fiume. Altre fonti confermano che, in quell'anno, "i milanesi con i piacentini presero Parpanese, ma dovettero abbandonare l'assedio di Arena per la sua estrema resistenza".
Nel 1290, il castello venne acquistato da Manfredino Beccaria e agli inizi del '500 passò alle influenti famiglie milanesi dei Maggi e degli Speciani. Nel 1655 fu occupato dai francesi sostenuti dal duca di Modena e poi conquistato dalle milizie spagnole del marchese di Caracena, Governatore degli Stati di Milano. Il presidio arenese fu ulteriormente rafforzato a sottolineare la sua posizione tattico-strategica. Nel 1656 il cardinale Trivulzio, nuovo Governatore, fece, in parte, distruggere la rocca, non più utilizzabile come presidio militare.
Nel secolo successivo, il castello passò ai Mandelli, famiglia lombarda risalente all'XI secolo. Nel 1827, alla morte del marchese Bernardino Mandelli, noto filantropo, in ossequio alle sue volontà testamentarie, il castello pervenne agli Ospizi Civili di Piacenza che lo detennero per quasi mezzo secolo affittandone saltuariamente i locali. Nell'inventario del patrimonio arenese lasciato dal marchese, il castello viene descritto come "magazzino del sale". Con ogni probabilità, questo prezioso prodotto vi veniva depositato per essere inviato via fiume al ducato di Milano.
Messo all'asta dagli Ospizi, non intenzionati all'onerosa manutenzione, nel 1877 fu rilevato da Fulgenzio Delfitto che se lo aggiudicò con un'offerta assai bassa che salvò il castello dalla demolizione. Poco dopo passò al cavalier Domenico Rossignoli e, alla sua morte, al figlio come fabbricato rurale. Nel 1909 fu classificato edificio di interesse storico e rinominato "Torrione dei Beccaria di Arena Po". Nel 1918, infine, fu acquistato da Pierino Roveda che fece eliminare il tetto e costruire una merlatura, successivamente tolta per ordine del Sindaco nel 1919.
Castello de' Beccaria - Arena Po
Il Castello de' Beccaria di Arena Po: da fortezza militare a edificio di interesse storico.
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Data di pubblicazione
16.03.2022