Stradella: la patria della fisarmonica

Tra origini e cultura, il racconto della storia della fisarmonica in Oltrepò Pavese.

Galleria Fotografica
Stradella: la patria della fisarmonica - Immagine: 1
Stradella: la patria della fisarmonica - Immagine: 2
Stradella: la patria della fisarmonica - Immagine: 3
Stradella: la patria della fisarmonica - Immagine: 4
Stradella: la patria della fisarmonica - Immagine: 5
Descrizione articolo

Stradella, oggi. Una cittadina di provincia nel punto in cui l’Appennino è più vicino al Po, anzi vi entra letteralmente dentro con il suo sperone. A metà strada fra Pavia e Piacenza, il punto di ingresso nella Val Versa, l’inizio di quelle dolci colline così famose per i vini rossi e bianchi dell’Oltrepò Pavese... e certo, famosa per la canzone di Paolo Conte “La fisarmonica di Stradella” che ne immortala lo strumento per antonomasia. Ma oggi, a più di centocinquant’anni dalla prima fisarmonica realizzata a Stradella, cosa resta di questo simbolo?

In città sono ancora attivi alcuni artigiani che realizzano fisarmoniche.
A Stradella non ci sono più, da tempo, tutte le maestranze necessarie a produrre ogni singolo componente, perciò alcune componenti vengono ordinate da fuori e assemblate in loco. Questo non significa necessariamente minore qualità, al contrario: suonatori esperti riescono a riconoscere il suono particolare generato dagli strumenti finalizzati a Stradella quando li comparano a strumenti di altre parti d’Italia e del mondo.

Nella vita e nella civiltà umana i cicli iniziano e finiscono. Se anche il ciclo della produzione di fisarmoniche a Stradella è destinato a esaurirsi, oggi è ancora possibile godere della famosa intonazione realizzata a orecchio dagli artigiani stradellini. Così come è possibile farsi raccontare da loro aneddoti e trucchi del mestiere, se li si visita in laboratorio mentre sono intenti a lavorare. Fra uno strumento in riparazione e uno nuovo in costruzione, potreste trovarli intenti a restaurare un antico organetto o una fisa di qualche decennio fa.

Eh sì, perché gli strumenti stradellini storici sono un patrimonio culturale della città, il racconto della sua storia che a partire dalla seconda metà dell’Ottocento arriva ai giorni nostri. Tutto ha avuto inizio con Mariano Dallapè, il geniale trentino che, dopo essersi stabilito a Stradella, vi ha dato origine alla produzione – prima artigianale, poi industrial-artigianale – della fisarmonica. A lui è intitolato il museo cittadino, una raccolta di quasi duecento strumenti che abbracciano i due secoli di questa avventura musicale e produttiva. Dalla primissima diatonica alle fisarmoniche moderne e contemporanee, passando attraverso la vita di una città che, al culmine della sua forza produttiva, ha avuto più di quaranta fabbriche e centinaia di artigiani-operai intenti alla produzione.

Stradella è, quindi, la città del vino, delle colline, della fisarmonica e del suo museo. Visitarlo è un’eccezionale macchina del tempo che ci porta nell’affascinante storia della maestria artigianale italiana.


Per maggiori informazioni visitare la pagina: Museo della Fisarmonica di Stradella

[Per segnalare eventuali refusi/errori usa la form di contatto. Grazie per la collaborazione.]
Percorsi Tematici
I Percorsi Tematici: un insieme di contenuti accomunati tra loro da un tema per andare alla scoperta di un territorio con un sistema di suggerimenti a portata di mano!
Questo contenuto fa parte dei seguenti percorsi:
Musica in Oltrepò

In un territorio ricco di tradizioni e prodotti come l’Oltrepò non manca anche l’aspetto musicale. La Fisarmonica di Stradella è l’esempio più noto di come un prodotto del territorio, non legato alla terra, sia conosciuto in tutto il mondo.
Il Museo ad essa dedicato è nato nel 1997 con l’intento di celebrarne le origini e di ricordare sempre un pezzo di storia importante per l’Oltrepò Pavese, oltre ad essere un modo per far conoscere uno strumento musicale particolare a tutti coloro che sono appassionati di musica e che amano riscoprire il territorio in tutte le sue forme e sfaccettature.